Gli sforzi per salvare il panda gigante, che è stato per mezzo secolo un simbolo in tutto il mondo della conservazione delle specie, sono stati ripagati: l’International Union for Conservation of Nature (IUCN) organizzazione non governativa internazionale con sede in Svizzera ha dichiarato che questo mammifero iconico non è più a rischio di estinzione. La missione dell’IUCN è quella di persuadere, incoraggiare ed assistere le società di tutto il mondo nel conservare l’integrità e la diversità della natura e nell’assicurare che qualsiasi utilizzo delle risorse naturali sia equo ed ecologicamente sostenibile.
IUCN ha deciso di riclassificare la specie dei panda, togliendola dalla lista degli animali a rischio d’estinzione e aggiornandola allo status di “vulnerabile”. Tutto merito degli interventi di conservazione che sono stati messi in atto negli ultimi decenni, in particolare a partire dal 2003, soprattutto in Cina. Il successo degli sforzi per la conservazione del panda gigante, a rischio fin dal 1990, è dovuto a due fattori: una significativa diminuzione del bracconaggio, che era invece molto intenso negli anni ottanta, e l’espansione delle aree protette. La Cina ha ora 87 riserve per i panda, simili ai parchi nazionali degli Stati Uniti.
La popolazione del panda gigante in natura è cresciuta costantemente del 17% in dieci anni fino al 2014, quando il censimento a livello nazionale in Cina contò 1.850 panda giganti in natura. Nel 2003, i panda censiti erano 1.600.