La combinazione di analisi genetiche e archeologiche ha dimostrato che la domesticazione del cane non fu un episodio unico ma avvenne indipendentemente in due popolazioni di lupi agli estremi opposti del continente eurasiatico. Successive migrazioni mescolarono le due linee, rendendo difficile l’interpretazione della storia evolutiva del migliore amico dell’uomo
Nonostante generazioni di ricercatori abbiano indagato le origini del cane domestico, il luogo in cui avvenne la domesticazione dei primi lupi è ancora incerto: alcuni gruppi di ricerca indicano l’Europa, altri l’Asia centrale, altri ancora la Cina.
Uno studio interdisciplinare pubblicato su “Science” da Laurent Frantz, ricercatore in genomica presso il Palaeo-BARN dell’Università di Oxford e colleghi dell’Ecole Normale Supérieure di Lione, dell’Università di Liverpool e del Trinity College Dublin, rivela adesso che tutte le ipotesi finora avanzate sono in parte corrette.
Combinando analisi genetiche ed evidenze archeologiche, gli autori sono infatti giunti alla conclusione che il migliore amico dell’uomo è il risultato della domesticazione indipendente di due diverse popolazioni di lupi.
Gli studiosi hanno confrontato il genoma completo prelevato da un osso appartenente a un cane di media taglia vissuto 4800 anni fa nel sito irlandese di Newgrange, il DNA mitocondriale di 59 esemplari vissuti tra 14.000 e 3000 anni fa e i profili genetici di oltre 2.500 cani moderni.
“Ricostruire il passato di una specie basandosi sul DNA attuale è come sfogliare un libro di storia: abbiamo una visione di insieme ma non possiamo sapere quali eventi, magari cruciali, sono andati perduti” – spiega Franz – “Il DNA antico è invece una macchina del tempo che permette di osservare un preciso momento del passato”.
I risultati, ottenuti ricorrendo a entrambi gli approcci, hanno evidenziato una separazione genetica tra le moderne popolazioni di Europa e Asia orientale, che sorprendentemente è risultata successiva ai primi reperti archeologici europei. Le nuove evidenze genetiche indicano inoltre un ricambio
nella popolazione europea originaria, per lo più sostituita dall’arrivo di individui provenienti da altrove.
La revisione del record archeologico, infine, ha dimostrato che i primi cani fecero la loro comparsa più di 12.000 anni fa in Europa e Cina ma solo 4000 anni più tardi in Asia centrale.
Nel loro insieme, le tre scoperte suggeriscono che i primi cani domestici sono stati domesticati da popolazioni di lupi geograficamente isolate che vivevano agli estremi opposti del continente eurasiatico. In seguito, con le migrazioni verso occidente delle popolazioni umane, i cani asiatici giunsero in Europa dove si mescolarono alla popolazione locale, spesso sostituendola in gran parte.
La commistione tra le due popolazioni chiarisce perché i precedenti studi genetici fossero di dubbia interpretazione: “Queste prime evidenze forniscono una spiegazione coerente – spiega Keith Dobney, preside del dipartimento di Archeologia, Studi Classici ed Egittologia dell’Università di Liverpool – che ci porterà finalmente a scoprire la vera storia evolutiva del cane”.
Poiché la domesticazione di una specie è un evento raro, servono infatti numerose prove prima che la comunità scientifica accetti che nel cane sia potuta avvenire per due volte e in maniera indipendente.